Area archeologica di Veleia Romana
Fra le prime montagne dell’Alta Val d’Arda, per la precisione in Val Chero, ai margini del parco del Monte Moria, si trova un sito imperdibile per gli amanti della storia antica, uno dei siti archeologici più importanti di tutto il nord Italia: gli scavi di Veleia Romana.
Siamo a 460 metri di altezza sul livello del mare, in un territorio abitato originariamente da tribù di stirpe ligure (i Veleiates, da cui deriva il toponimo) fino all’arrivo dei romani, che li assoggettarono poco prima della metà del II secolo a.C. Attorno alla metà del I secolo a.C. Veleia divenne municipium, capoluogo di un distretto montano esteso dal Taro al Luretta e dal crinale appenninico alla pianura, confinante con i territori di Parma, Piacenza, Libarna, Lucca. La città divenne importante sia dal punto di vista politico e militare, siaper la presenza di fonti d’acqua cloruro-sodiche, apprezzate per le loro proprietà terapeutiche oltre che alimentari.
L’abitato è distribuito su una serie di terrazze. Vi si riconoscono varie fasi edilizie. Il foro, d’età augusteo-giulio claudia, si estende su un ripiano artificiale, circondato da tre lati da un portico con pitture murali. A sud l’area è chiusa dalla basilica, a navata unica, sede del culto imperiale con dodici statue in marmo lunense raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia. Un’altra terrazza ospita dal Medioevo una pieve dedicata a Sant’Antonino, probabilmente su un sito dove era presente un precedente luogo di culto antico. Più in alto, un serbatoio d’acqua erroneamente interpretato e ricostruito come anfiteatro successivamente.
Nel IV secolo d.C. il sito venne abbandonato a causa di una serie di frane che misero in pericolo la sopravvivenza della città, che venne poi coperta e sepolta preservandone l’aspetto originario. Nel 1749 iniziarono gli scavi per riportare alla luce la città, su iniziativa di Filippo di Borbone, duca di Parma e Piacenza. Fra i ritrovamenti, spicca per importanza la Tabula Alimentaria, una lastra in bronzo che rappresenta la più grande iscrizione di epoca romana mai ritrovata. Questo incredibile documento, risalente agli inizi del II secolo d.C., illustra con precisione una serie di regolamenti riguardanti i pagamenti di tributi in età traianea. L’originale, come buona parte del materiale rinvenuto all’epoca degli scavi, è oggi conservato presso il Museo Archeologico di Parma, ma in sito è presente un Antiquarium dove si può ammirare una copia della lastra.
Una nota importante per i visitatori: durante il periodo invernale le pavimentazioni del foro e le terme vengono ricoperte per essere salvaguardate dagli agenti atmosferici e pertanto non sono visibili. Consigliamo di telefonare all’Antiquarium per verificare la rimozione delle protezioni e la completa fruibilità del sito.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
GIORNI DI APERTURA
visitabile tutto l’anno
ORARI DI APERTURA
Orario estivo dal 01 aprile al 31 ottobre:
martedì – mercoledì – giovedì
ore 9.00 – 16.30 (ultimo ingresso alle 16.00)
venerdì – sabato – domenica e festivi
11.00 – 18.30 (ultimo ingresso alle 18.00)
Orario invernale dal 01 novembre al 30 marzo:
martedì – mercoledì – giovedì
11.00 – 18.30 (ultimo ingresso alle 18.00)
venerdì – sabato – domenica e festivi
9.00 – 16.30 (ultimo ingresso alle 16.00)
Chiusura della biglietteria sempre 30′ prima
Chiusura settimanale: lunedì
COSTI
intero € 3,00
ridotto € 2,00 (giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni)
gratuito per tutti i cittadini di età inferiore a 18 anni
DOVE
strada provinciale, 14
29018 Veleia Romana – Lugagnano Val d’Arda (PC)



IAT-R CASTELL'ARQUATO E VAL D'ARDA

Palazzo del Podestà
piazza Municipio, snc
29014 Castell’Arquato (Piacenza)
aperto tutto l’anno
dal martedì alla domenica
da MARZO a OTTOBRE
10.00-13.00 / 15.00-18.00
da NOVEMBRE a FEBBRAIO
10.00-16.00
chiuso il lunedì (eccetto festivi)
chiuso il giorno 25/12